Maggio: il Mese della salute Mentale
Maggio è il mese della salute mentale. Dopo la pandemia i disturbi della sfera psicologica sono aumentati moltissimo ma conosciamo. Vediamo nel dettaglio i più pericolosi e come prevenirli
Maggio è il mese della salute mentale. Quello della salute mentale è un argomento molto “caldo” in questo periodo per diversi motivi. Prevalentemente perché sono in assoluta crescita i dati del disagio mentale, soprattutto tra i gli adolescenti e la prima infanzia. In secondo luogo perché è stato da poco approvato il bonus psicologo recentemente inserito nel decreto milleproroghe
Covid e Salute Mentale
La pandemia ha innescato, secondo la World Heart Organization, un incremento del 25% dei disturbi di ansia e depressione in tutto il mondo.
Questi dati si aggiungono all’aumento dei suicidi, dell’autolesionismo tra gli adolescenti, della violenza domestica e della crescita di rischi per le persone già affette da disturbo mentale.
Bonus Psicologo
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Non sono state ancora rese note date e scadenze per la richiesta, quello che di certo sappiamo è che sarà possibile richiederlo direttamente dal portale dell’inps e che lo potranno richiedere tutti i cittadini, senza limiti di età, a patto che non superino i 50.000 euro con il proprio Isee.
Il voucher verrà emesso entro e non oltre i valore commerciale di 600,00 euro, che dovrebbero coprire un ciclo di circa 10 sedute di psicoterapia
Maggio Mese della Salute Mentale
il mese della salute mentale istituito in maggio nel 1949 dal Mental Healt America diventa oggi più che mai necessario per divulgare dei messaggi importanti riguardo la prevenzione ed il trattamento dei disturbi psichiatrici e psicologici.
Per raccontare meglio alcuni dei disturbi meno conosciuti, o conosciuti solo banalmente, abbiamo contattato uno dei maggiori studi di Psicoterapia di Roma in modo di conoscere attraverso l’esperienza di diverse professioniste come possiamo aiutare e aiutarci facendoci affiancare da un professionista della salute mentale.
Le tre professioniste dello studio di psicoterapia e nutrizione, Simyda, di Roma ci hanno aiutato ad approfondire meglio tre temi importanti nell’ambito della cura e della prevenzione del disagio:
- Il Burnout
- Il disturbo alimentare
- Il Deficit da Natura
Burnout: i 7 Punti del Menù per la Mente Sana
Ornella Cavalluzzi, Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale e Gestal Play Therapist. Co-ideatrice del metodo inRelazione e co autrice del libro inRelazione. A lei abbiamo chiesto quali sono dei suggerimenti da poter applicare per mantenere la “mente sana” e prevenire i fenomeni di Burnout:

Daniel Siegel e David Rock del Neuro Leadership Institute hanno indicato un menù per la mente sana, diviso in sette categorie o attività mentali quotidiane che aiutano a mantenere uno stato di equilibrio e benessere fisico e mentale. Nel mio libro dedico un capitolo allo stress dell’ educatore e dell’ insegnante e a come fronteggiarlo, e parlo dei diversi “spazi” necessari per l’equilibrio psicofisico di ognuno di noi
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- Tempo per la Concentrazione
- Tempo del Gioco
- Tempo della Relazione
- Tempo del Movimento
- Tempo dell’Interiorità
- Tempo dell’Ozio
- Tempo del Sonno
Questi punti sono motivo di riflessione in diversi ambiti della nostra vita. A scuola ad esempio, quanto tempo è dedicato al gioco? Ed alla relazione? Al movimento? di contro, a casa, i ritmi sono molto serrati ed è davvero difficile assaporare insieme ai nostri bambini, il tempo dell’ozio e dell’interiorità. In un momento sociale così frenetico e stressante è davvero importante fermarsi e riflettere se la nostra vita , la nostra quotidianità, rispecchia davvero ciò che sentiamo sano per noi. Rivolgersi ad un professionista può aiutare a mettere a fuoco ciò che ci rende davvero felice
Disturbi Alimentari: Come Curarli
La sfera alimentare diventa sempre più dilagante nei disturbi del comportamento, sopratutto tre le e gli adolescenti. Capiamo meglio di cosa si tratta grazie a Luisa Rivelli, Nutrizionista Biologa dello Studio Simyda:
Molti pazienti con disturbi soffrono di malattia metaboliche che nella maggior parte dei casi peggiorano in seguito ad uno stile di vita scorretto e da cattive abitudini alimentari. In questo contesto è bene che il professionista cambi approccio verso il paziente: non bisogna partire dalla sua mancanza di volontà, poiché non si tratta di questo, ma bisogna coinvolgere la persona ad affrontare il cambiamento attraverso piccoli passi.
Solo così le nuove abitudini determineranno un grande cambiamento nel lungo periodo. Si può lavorare in questo modo sull’alimentazione e sullo stile di vita. Ad esempio non diremo mai al paziente “Da domani devi correre almeno un’ora nel parco” oppure “Dobbiamo perdere almeno 5 kg questo mese” o ancora “Non devi mangiare il dolce prima di andare a letto” ; ma cercheremo di comprendere le sue abitudini e forniremo valide alternative che si avvicinino o che includano anche le sue scelte.
Nel trattamento dei disturbi alimentari, quindi, non dobbiamo mai dimenticare l’importanza della sfera psicologica, si tratta di un vero e proprio approccio multidisciplinare per la cura della patologia, che, se cronicizzata, sicuramente coinvolge anche l’aspetto psicologico e non solo quello fisico
Deficit da Natura: Che Cos’è?
Spesse volte abbiamo visto che si raccomanda la vita all’aria aperta come rimedio ad ansia e disturbi della psiche, ma esiste un vero e proprio disturbo, il deficit da natura, che si sviluppa, sopratutto nei bambini, a causa del troppo tempo trascorso dentro le mura domestiche a svantaggio del contatto con l’ambiente naturale.
A tal proposito abbiamo raccolto le dichiarazioni della Dottoressa Katia Amorese Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Gestal Play Therapist, da anni impegnata nella prevenzione del deficit da natura in Italia e co.fondatrice di Progetto Infanzia:
Il deficit da natura non deve essere sottovalutato, sopratutto nei bambini. Gli studi più recenti dimostrano che i bambini privati del contatto con l’ambiente naturale hanno più probabilità di sviluppare difficoltà a socializzare, problemi dell’apparato respiratorio, sovrappeso, disordini metabolici, iperattività e disturbo dell’attenzione.Purtroppo un danno grande che stiamo facendo è far rientrare tutto nella moda dell’ outdoor education. Ma non basta portare i bambini fuori un’ora al giorno o creare spazi all’aperto per instaurare un rapporto con l’ambiente.Il momento che stiamo attraversando ci costringe a ripensare ai modelli di riferimento precedenti, rivisitarli alla luce dei nuovi interrogativi emergenti. I bambini sono istintivamente curiosi verso gli ambienti che vivono, flora e fauna: come crescono gli insetti, che gli spinaci sono a forma di foglia in natura ecc